
Il cuore delle donne: perché è importante una medicina di genere
Quando si parla di malattie cardiovascolari, spesso si pensa agli uomini. Questo perché infarto e Ictus sono sempre stati associati al sesso maschile, con la donna “protetta” grazie alle differenze ormonali. In realtà, le malattie del cuore e dei vasi sono la prima causa di morte anche tra le donne che risentono peraltro della sottovalutazione e stigmatizzazione dei sintomi, con ritardi nella diagnosi e nei trattamenti. Ecco perché è fondamentale aumentare la consapevolezza su questo tema e comprendere meglio le peculiarità della salute cardiovascolare femminile.
Le malattie cardiovascolari nelle donne: tra sintomi e sottovalutazione
Le donne spesso non danno abbastanza peso ai segnali che il loro corpo manda quando il cuore non sta bene. Spesso minimizzano il proprio malessere o lo attribuiscono a stress e stanchezza, ritardando la diagnosi di problemi cardiaci. Parlare apertamente con il proprio medico, descrivendo con precisione i sintomi, può fare una grande differenza.
Mentre negli uomini il sintomo più tipico dell’infarto è un dolore intenso al petto, nelle donne può manifestarsi in modo più sfumato, con affaticamento, nausea, dolore alla schiena o alla mandibola, difficoltà a respirare.
Questa differenza porta a sottovalutare la gravità della situazione, ritardando la richiesta di assistenza medica. Le donne hanno infatti più probabilità di ricevere una diagnosi di ansia o disturbi psicosomatici prima di ricevere una valutazione cardiologica appropriata.
A questo si aggiunge la minore attenzione della medicina tradizionale nei confronti delle specificità femminili. Per anni, gli studi clinici sulle malattie cardiovascolari hanno coinvolto principalmente uomini, con il risultato che molte linee guida sono state costruite su dati non completamente rappresentativi della popolazione femminile. Solo negli ultimi decenni si è iniziato a riconoscere e studiare le differenze di genere nelle patologie cardiache, ma il ritardo accumulato ha ancora un impatto sulla diagnosi e, soprattutto, sulla terapia.
La donna caregiver: prima gli altri, poi se stesse.
La maggior parte dei contatti con il medico di medicina generale avviene con le donne anche se spesso le richieste sono relative ai propri familiari, oltre che al proprio stato di salute.
Le donne si prendono infatti maggiormente cura mariti, genitori anziani, figli trascurando la propria salute: il 70% delle donne over 50 riferisce di dare priorità alla salute dei propri cari rispetto alla propria.
Si stima che circa l’86% delle donne assista un membro della propria famiglia con patologie croniche e oltre il 30% non riceve assistenza da nessuno. A differenza degli uomini le donne tendono a prendersi cura di se stesse da sole nel 46% dei casi (percentuale che scende al 29% nei casi di patologie gravi)
Questo genera spesso una riduzione dell’attenzione nei confronti del proprio stato di salute da parte della donna.
A questo si aggiunge la mancanza di consapevolezza della donna relativa al proprio rischio cardiovascolare. l 60% delle donne non percepisce il rischio cardiovascolare come la principale minaccia per la propria salute, nonostante le malattie cardiache siano la prima causa di morte femminile.
In uno studio del 2022 in cui veniva richiesto a un campione di sesso femminile quale fosse il principale problema di salute del presente e del futuro relativo al proprio genere, oltre 3 donne su 4 hanno risposto che le patologie oncologiche erano il loro principale motivo di preoccupazione.
Le donne, infatti, sono più attente agli screening oncologici rispetto a quelli cardiovascolari: meno del 50% delle donne con fattori di rischio documentati segue con costanza visite e controlli cardiologici.
Il ruolo del medico di famiglia nella prevenzione
Il medico di famiglia è il primo punto di riferimento per la salute di tutti e gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari nelle donne. Oltre a regolare controllo della pressione arteriosa, gli esami del sangue e la valutazione del rischio cardiovascolare, considera anche altri fattori di specifici del genere femminile, tra cui:
- La menopausa, che aumenta il rischio di malattie cardiovascolari perché gli estrogeni non proteggono più il cuore;
- L’uso di contraccettivi orali, che può aumentare il rischio di trombosi in alcune donne;
- La storia di complicazioni in gravidanza, come il diabete gestazionale o la preeclampsia, che possono essere segnali di un rischio cardiovascolare futuro.
- La sindrome dell’ovaio politeistico
Oltre alla prevenzione, è essenziale migliorare la sensibilizzazione delle pazienti, educandole a riconoscere i segnali d’allarme e a considerare la propria salute una priorità. Molte donne tendono a trascurare i propri controlli medici perché impegnate a prendersi cura della famiglia o del lavoro, ma questa tendenza deve cambiare per garantire un’adeguata protezione della loro salute.
L’aderenza ai farmaci: una questione cruciale
Un altro dei problemi principali nella gestione delle malattie cardiovascolari nelle donne è la scarsa aderenza alle terapie. In altre parole, molte pazienti interrompono o prendono in modo irregolare i farmaci prescritti. Questo succede spesso per due motivi:
- Timore degli effetti collaterali: molte donne smettono di prendere le statine perché hanno dolori muscolari, anche se esistono alternative terapeutiche.
- Percezione errata del rischio: non sentendo sintomi evidenti, alcune donne pensano che la terapia non sia così necessaria.
Per migliorare l’aderenza, è utile comprendere l’importanza della terapia, semplificare le cure (ad esempio, con farmaci combinati in una sola compressa) e utilizzare promemoria digitali, come app o messaggi sul telefono, per ricordare l’assunzione.
È anche importante tenere conto delle differenze di genere nella risposta ai farmaci: ad esempio, le donne tendono a metabolizzare alcuni farmaci più lentamente rispetto agli uomini, rendendo necessaria una personalizzazione delle dosi.
Come proteggere il cuore: prevenzione e stili di vita
Anche se alcuni fattori di rischio non possono essere cambiati, come l’età o la genetica, ci sono molte azioni che una donna può intraprendere per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari:
- Fare controlli regolari: misurare pressione, colesterolo e glicemia è essenziale per individuare precocemente eventuali problemi.
- Seguire una dieta equilibrata: preferire cibi sani, come frutta, verdura, cereali integrali e grassi buoni (olio d’oliva, pesce, frutta secca).
- Fare attività fisica: almeno 30 minuti al giorno di movimento, anche solo camminare a passo sostenuto, aiutano a mantenere il cuore in salute.
- Smettere di fumare: il fumo è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e smettere riduce il rischio quasi subito.
- Ridurre lo stress: trovare tempo per sé, rilassarsi e dormire bene è fondamentale per il benessere del cuore.
- Evitare l’abuso di alcol: un consumo eccessivo di alcol può aumentare la pressione sanguigna e il rischio di insufficienza cardiaca.
- Prestare attenzione alla qualità del sonno: dormire poco o male è stato associato a un maggiore rischio di ipertensione e diabete, due fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Prendersi cura di sé per potersi prendere cura degli altri
Conoscere le differenze tra uomini e donne nelle malattie cardiovascolari è fondamentale per migliorare la prevenzione e la cura. Il medico di famiglia ha un ruolo chiave nell’informare e sensibilizzare, ma anche ogni donna deve essere consapevole del proprio rischio e prendersi cura della propria salute.
Le donne spesso si occupano della famiglia, del lavoro e di tante altre responsabilità, mettendo la propria salute in secondo piano. Tuttavia, ignorare i segnali del proprio corpo può avere conseguenze gravi. Consultare il medico, fare controlli regolari e prendersi il tempo per curarsi non è un lusso, ma una necessità per vivere meglio e più a lungo e per potersi prendere cura dei propri cari.
La medicina di genere non è solo un concetto teorico: è una realtà che può fare la differenza nella vita di tante persone. Parlare di prevenzione, diffondere informazioni corrette e promuovere la salute cardiovascolare femminile significa salvare vite. Perché il cuore delle donne merita la stessa attenzione di quello degli uomini.